AUTOSTIMA, QUESTA SCONOSCIUTA
Cosa vuol dire radicarsi?
Se pensiamo al radicamento ci viene naturale immaginare un albero che dal terreno trae il suo nutrimento: potremmo dire in termini semplicistici che un albero “si ciba da sè”.
Il nutrimento che deriva dall’ albero non viene dagli alberi vicini, bensì dalla terra che abita: così come noi, la natura ci insegna che siamo individui unici, con caratteristiche non ripetibili, dotati ognuno di una propria storia.
Radicarsi significa vedere le proprie radici, esserne consapevoli e nutrirsene,
lasciando che i rami conficcati nel terreno si cibino di tutto ciò che da lì deriva.
Possiamo farlo?
Possiamo farlo da soli?
È con l’altro che tutto ciò diviene e trova forma, è anche attraverso le relazioni interpersonali che le nostre radici possono trovare nutrimento, filtrando ciò che occorre alla nostra personalità, scambiando, smuovendo, rinnovando.
È vero che un vecchio detto recita: “Se parli da solo ti dai torto e ti dai ragione”, ma se siamo consapevoli di ciò che proviamo, di ciò che siamo, della nostra personale storia, possiamo usare il nostro “noi” per essere di noi responsabili, senza la necessità di essere approvati da altri che abitano al di fuori di noi, dandoci quindi la possibilità di “crearci” in modo autentico.
La fiducia in sè stessi è il frutto che deriva da tutto ciò: fiducia che va costruita, alimentata e anche coccolata in caso di errori, perché aver fiducia in sé stessi non esime dal fare errori, ma aiuta a fare meglio 𝘭𝘢 𝘱𝘳𝘰𝘴𝘴𝘪𝘮𝘢 𝘷𝘰𝘭𝘵𝘢.
Un film che parla di equilibrio e fiducia in sé stessi – differenziando la fiducia dall’ arroganza – è “Il sapore del successo”, in cui uno chef spregiudicato – Bradley Cooper – impara a valorizzarsi e a dare valore, collaborando con la sua squadra e facendo emergere i talenti di ognuno.
Una volta una persona ci disse: “𝘚𝘦 𝘢𝘭𝘻𝘪 𝘭’𝘢𝘴𝘵𝘪𝘤𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘥𝘪 𝘤𝘪𝘰̀ 𝘤𝘩𝘦 𝘳𝘦𝘱𝘶𝘵𝘪 𝘶𝘯 𝘵𝘶𝘰 +, 𝘢𝘯𝘤𝘩𝘦 𝘤𝘪𝘰̀ 𝘤𝘩𝘦 𝘱𝘶𝘰̀ 𝘴𝘦𝘮𝘣𝘳𝘢𝘳𝘦 𝘶𝘯 𝘵𝘶𝘰 – 𝘴𝘪 𝘢𝘭𝘻𝘢 𝘥𝘪 𝘤𝘰𝘯𝘴𝘦𝘨𝘶𝘦𝘯𝘻𝘢”, che detto in gergo pedagogico può essere tradotto con: “𝘎𝘶𝘢𝘳𝘥𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘤𝘪𝘰̀ 𝘤𝘩𝘦 𝘤’𝘦̀, 𝘯𝘰𝘯 𝘤𝘪𝘰̀ 𝘤𝘩𝘦 𝘮𝘢𝘯𝘤𝘢”.