LA RISORSA

“๐—ฆ๐—ฎ๐—ป๐—ฟ๐—ฒ๐—บ๐—ผ ๐—ฒฬ€ ๐—ฆ๐—ฎ๐—ป๐—ฟ๐—ฒ๐—บ๐—ผ”, direbbero alcuni – il piรน delle volte amato, altre volte odiato, alcune altre non guardato per posizione presa, appunto perchรฉ “รจ Sanremo”.

A noi la carrellata di artisti sanremesi, quest’anno, ha fornito numerosi spunti e ispirazioni su quello che รจ il mondo che ci si presenta davanti agli occhi, oggi.

A darci la prima ispirazione รจ stato ๐—ถ๐—น ๐—ฑ๐—ถ๐˜€๐—ฐ๐—ผ๐—ฟ๐˜€๐—ผ ๐—ฑ๐—ถ ๐—˜๐—น๐—ผ๐—ฑ๐—ถ๐—ฒ, commossa e bellissima davanti al pubblico inesistente di un Ariston preso anch’esso di mira dal Covid 2020-2021 (siamo quasi tentati di mettere a questo virus la ยฉ di copyright, da quanto esso รจ stato invadente ed invasivo, in ogni aspetto della nostra vita).

La cantante, puntando verso le telecamere e arrivando cosรฌ al solo pubblico di casa, ha parlato di quelle che sono state le sue origini e la sua infanzia, e di come tutto questo abbia contribuito a renderla proprio quella che รจ – lรฌ – davanti al microfono, vestita di un rosso corallo, acceso come la consapevolezza che condivide.

Elodie in quel discorso insegna quanto il posto da cui veniamo – nel suo caso un ambiente povero e corrotto – se visto sotto la giusta luce, sia in realtร  ๐˜‚๐—ป’ ๐—ผ๐—ฐ๐—ฐ๐—ฎ๐˜€๐—ถ๐—ผ๐—ป๐—ฒ ๐—ฒ ๐˜‚๐—ป ๐˜๐—ฟ๐—ฎ๐—บ๐—ฝ๐—ผ๐—น๐—ถ๐—ป๐—ผ ๐—ฑ๐—ถ ๐—น๐—ฎ๐—ป๐—ฐ๐—ถ๐—ผ ๐—ฝ๐—ฒ๐—ฟ ๐˜ƒ๐—ฒ๐—ฑ๐—ฒ๐—ฟ๐—ฒ ๐—น๐—ฎ ๐˜€๐˜๐—ฟ๐—ฎ๐—ฑ๐—ฎ ๐—ฐ๐—ต๐—ฒ ๐—ฎ๐—ฏ๐—ฏ๐—ถ๐—ฎ๐—บ๐—ผ ๐—ณ๐—ฎ๐˜๐˜๐—ผ ๐—ฑ๐—ฎ ๐—น๐—ถฬ€, ๐—ฎ๐—ฑ ๐—ผ๐—ด๐—ด๐—ถ.

Noi non possiamo fare altro che ammirare la cantante e il suo coraggio.

E’ attraverso quella che lei definisce vergogna, che proviamo stima per lei.

Elodie ci insegna che รจ grazie allo sguardo al passato e alla strada che abbiamo percorso che possiamo vedere i passi che abbiamo compiuto, aprendo cosรฌ il tema dell’๐—ถ๐—ป๐—ฒ๐˜€๐—ถ๐˜€๐˜๐—ฒ๐—ป๐˜๐—ฒ ๐—ฝ๐—ฎ๐—ฟ๐—ฎ๐—ด๐—ผ๐—ป๐—ฒ ๐—ฐ๐—ผ๐—ป ๐—ด๐—น๐—ถ ๐—ฎ๐—น๐˜๐—ฟ๐—ถ.

Una persona a noi molto cara un giorno ci disse che il confronto con gli altri non era per nulla utile nel definire noi stessi, perchรฉ l’altro era il protagonista delle sue origini, dei suoi punti di vista, della sua storia e ๐—ป๐—ผ๐—ป ๐—ฒ๐—ฟ๐—ฎ ๐—ป๐—ฒ๐—น ๐—ฝ๐—ฎ๐—ฟ๐—ฎ๐—ด๐—ผ๐—ป๐—ฒ ๐—ฐ๐—ต๐—ฒ ๐˜๐—ฟ๐—ผ๐˜ƒ๐—ฎ๐˜ƒ๐—ฎ๐—บ๐—ผ ๐—น๐—ฎ ๐—ป๐—ผ๐˜€๐˜๐—ฟ๐—ฎ ๐—ฝ๐—ฒ๐—ฟ๐˜€๐—ผ๐—ป๐—ฎ๐—น๐—ฒ ๐—ฎ๐˜‚๐˜๐—ผ๐˜€๐˜๐—ถ๐—บ๐—ฎ, ma semplicemente guardando dietro di noi, non per crogiolarci nel passato ma per usarlo come ๐˜€๐—ฝ๐—ถ๐—ป๐˜๐—ฎ ๐—ฝ๐—ฟ๐—ผ๐—ฝ๐˜‚๐—น๐˜€๐—ถ๐˜ƒ๐—ฎ ๐˜ƒ๐—ฒ๐—ฟ๐˜€๐—ผ ๐—ถ๐—น ๐—ณ๐˜‚๐˜๐˜‚๐—ฟ๐—ผ.

Il passato di Elodie avrebbe potuto trascinarla nel “buco nero” – nominato da Colapesce e di Martino nel loro pezzo di delicata satira sociale “Musica leggerissima” – invece Elodie trasmette la fierezza di sรฉ stessa, mostrando al di lร  della telecamera ciรฒ di cui lei prova vergogna, e lo fa semplicemente parlandone.

Nel mondo della formazione, quando si parla di “๐˜€๐˜‚๐—ฐ๐—ฐ๐—ฒ๐˜€๐˜€๐—ผ”, spesso, si fornisce l’immagine di un iceberg, di cui si vede solo la punta oltre il confine tra il mare e il cielo. Quando vediamo una persona di successo, ossia qualcuno che ha raggiunto i propri obiettivi personali, notiamo semplicemente che “ce l’ha fatta”. Osservando l’iceberg, al di sotto di quella piccola montagna di acqua solida, che rappresenta l’arrivo, ci sono il duro lavoro, la persistenza, le nottate in bianco, i sacrifici, la disciplina, i dubbi, i fallimenti, il fatto di saper correre dei rischi e, potremmo aggiungere, la ๐˜€๐—ฐ๐—ผ๐—ฝ๐—ฒ๐—ฟ๐˜๐—ฎ ๐—ฒ ๐—ถ๐—น ๐—ฐ๐—ผ๐—ป๐˜๐—ฟ๐—ผ๐—น๐—น๐—ผ ๐—ฑ๐—ฒ๐—ถ ๐—ฝ๐—ฟ๐—ผ๐—ฝ๐—ฟ๐—ถ ๐˜€๐˜๐—ฎ๐˜๐—ถ ๐—ฒ๐—บ๐—ผ๐˜๐—ถ๐˜ƒ๐—ถ, ๐—ถ ๐—ฐ๐—ผ๐—บ๐—ฝ๐—ฟ๐—ผ๐—บ๐—ฒ๐˜€๐˜€๐—ถ, ๐—น๐—ฒ ๐—ฑ๐—ฒ๐—น๐˜‚๐˜€๐—ถ๐—ผ๐—ป๐—ถ e tutto ciรฒ che potremmo aggiungere di non facile.

Recentemente, nel confronto con qualcuno, abbiamo scoperto quanto nella societร  attuale, che ci propone morbide coccole e attenuanti rappresentate da sostegni statali, familiari, o semplici fortune, ci venga facile adagiarci nelle nostre confortevolezze e nel mancato sforzo. Ascoltando commercianti, artigiani, piccoli e grandi professionisti, abbiamo notato quanto sia difficile trovare personale che รจ disposto a fare alcuni lavori considerati “umili”.

Nessuno, sembra voler fare le ore piccole per imparare l’arte della panetteria, nessuno sembra voler sacrificare il venerdรฌ e il sabato sera per fare l’aiuto pizzaiolo. Nessuno, sembra voler chinare la schiena per raccogliere i rami come aiuto giardiniere. Nessuno sembra voler ridursi le mani a bruciature, tagli e imperfezioni, per fare lavori manuali, apparentemente “poveri”.

Una nostra conoscenza, non piรน giovanissima, ci ha dimostrato quanto – nella generazione precedente – tutto questo non esistesse. Per noi, รจ stata fonte di stima ed esempio di amore. L’amore del sacrificio personale e della fatica, la fatica di quando si sbuffa e si vorrebbe “fare altro” – magari con il telecomando in mano, sul divano – ma invece ci si ama, svolgendo anche lavori per cui non siamo magari portati, ๐—ถ๐—ป ๐—ป๐—ผ๐—บ๐—ฒ ๐—ฑ๐—ถ ๐—ป๐—ผ๐˜€๐˜๐—ฟ๐—ถ ๐—ฝ๐—ฒ๐—ฟ๐˜€๐—ผ๐—ป๐—ฎ๐—น๐—ถ ๐˜ƒ๐—ฎ๐—น๐—ผ๐—ฟ๐—ถ ๐—ฒ ๐˜€๐—ถ๐˜€๐˜๐—ฒ๐—บ๐—ถ ๐—ถ๐—ป๐˜๐—ฒ๐—ฟ๐—ป๐—ถ.

Si, perchรฉ il fatto di spaccarsi la schiena รจ simbolo di lotta interna, non di pigrizia. Il fatto di spaccarsi la schiena e di scendere a compromessi รจ simbolo di determinazione e coraggio. Valori da stimare, valori che si perdono un po’ nella societร  dell’oggi, dove un Gio Evan – scrittore, poeta e cantautore (che si legge in gergo: uno che ci ha messo il cuore) – viene classificato ventitreesimo al Festival di Sanremo, mentre vince l’inno al “Zitti e buoni” dei Maneskin, che cosรฌ recita: “e buonasera signore e signori, fuori gli attori, vi conviene toccarvi i coglioni, vi conviene stare zitti e buoni“.

Come si dice, c’รจ chi si spacca la schiena e c’รจ chi spacca le chitarre… ad ognuno il suo pubblico, ad ognuno la sua Major, nulla di opinabile.

Per l’Italia che vediamo oggi, viene difficile pensare che la stima possa essere data a chi accetta le bastonate sulla schiena di fare un lavoro che non piace e con poca remunerazione, magari una professione che da un lato dร  e dall’altro toglie, seppur in nome di qualcosa di piรน grande, sia esso rappresentato dalla sicurezza personale o dal desiderio di indipendenza: ๐—ถ๐—น ๐—ฑ๐—ถ๐—ณ๐—ณ๐—ถ๐—ฐ๐—ถ๐—น๐—ฒ ๐—ฐ๐—ผ๐—บ๐—ฝ๐—ฟ๐—ผ๐—บ๐—ฒ๐˜€๐˜€๐—ผ ๐˜๐—ฟ๐—ฎ ๐—ฐ๐—ถ๐—ผฬ€ ๐—ฐ๐—ต๐—ฒ ๐˜€๐—ถ๐—ฎ๐—บ๐—ผ ๐—ฒ ๐—ฐ๐—ถ๐—ผฬ€ ๐—ฐ๐—ต๐—ฒ ๐˜ƒ๐—ผ๐—ฟ๐—ฟ๐—ฒ๐—บ๐—บ๐—ผ ๐—ฒ๐˜€๐˜€๐—ฒ๐—ฟ๐—ฒ, ๐—น๐—ฎ ๐—ฐ๐—ผ๐—บ๐—ฝ๐—น๐—ฒ๐˜€๐˜€๐—ฎ ๐—ฎ๐—ฟ๐—ถ๐˜๐—บ๐—ถ๐—ฎ ๐—ฑ๐—ฒ๐—น ๐—ป๐—ผ๐—ป ๐—ฒ๐˜€๐˜€๐—ฒ๐—ฟ๐—ฒ ๐—ฎ๐—ฏ๐—ฏ๐—ฒ๐˜ƒ๐—ฒ๐—ฟ๐—ฎ๐˜๐—ถ ๐—ฑ๐—ฎ ๐—พ๐˜‚๐—ฎ๐—น๐—ฐ๐˜‚๐—ป๐—ผ, ๐—บ๐—ฎ ๐—ฎ๐—ป๐˜‡๐—ถ, ๐—ฑ๐—ถ ๐˜€๐—ฎ๐—ฝ๐—ฒ๐—ฟ ๐—ฝ๐—ฟ๐—ผ๐˜ƒ๐˜ƒ๐—ฒ๐—ฑ๐—ฒ๐—ฟ๐—ฒ ๐—ฎ ๐—ป๐—ผ๐—ถ ๐˜€๐˜๐—ฒ๐˜€๐˜€๐—ถ – ๐—ฝ๐—ฒ๐—ฟ๐—ฐ๐—ต๐—ฒฬ ๐˜ƒ๐—ฎ๐—น๐—ถ๐—ฎ๐—บ๐—ผ.

Pablo Neruda, in altre terre e in epoche differenti, omaggiava con la sua poesia l’umiltร  di questi gesti apparentemente poveri, come cucinare, rammendare, pulire, annaffiare, potare. Il poeta cileno osservava queste gocce di sudore, vedendo in tutto questo delicatezza e passione, dedicandole alla moglie, affaccendata tra le mura di casa:

“Sei figlia del mare e cugina dell’origano,

nuotatrice, il tuo corpo รจ d’acqua pura,

cuciniera, il tuo sangue รจ terra viva

e fiorite le tue abitudini terrestri.

Vanno all’acqua i tuoi occhi e sollevan onde,

alla terra le tue mani e saltano i semi,

in acqua e in terra hai proprietร  profonde

che s’uniscono in te come le leggi della creta.

Naiade, l tuo corpo taglia il turchese,

poi risorto fiorisce nella cucina

in tal modo che assumi quanto esiste

e alfine dormi circondata dalle mie braccia che allontanano

dall’ombra cupa, perchรฉ tu riposi,

legumi, alghe, erbe: la schiuma dei tuoi sogni”.

(XXXIV – Cento sonetti d’amore)

Riprendendo infatti il concetto dell’ iceberg della formazione al successo, sfiorando ciรฒ che abbiamo maggiormente visto e notato, quest’ultimo, non รจ il risultato del nostro titolo di studio, bensรฌ รจ il frutto di molti altri incastri: le nostre origini, il nostro cammino personale, le intermediazioni tra le parti all’interno di noi, gli scontri interni, il sottomettersi a una cosa a discapito di un’altra, il tempo libero ritagliato per arrivare a destinazione, la forza di volontร  che costa il sudore della fronte durante la lotta per fare ciรฒ che ci piace.

E’ in tutto questo che la stima si auto costruisce e si autoalimenta, perchรฉ ciรฒ che noi chiamiamo “professione” non รจ solo il frutto di ciรฒ che studiamo, ma di tutto l’ambiente che ci ha circondato e di come noi abbiamo reagito a questo stesso ambiente.

Il mondo del lavoro, qui, dovrebbe fare un passo in avanti nella valutazione di un curriculum e nei colloqui di selezione del personale, dove, spesso, si vendono test su misura a risposte multiple, test paradossali su “cosa faremmo se”, o addirittura dove ci viene chiesto quanti risparmi abbiamo messo da parte negli anni – per valutare se siamo parsimoniosi, un po’ riprendendo la favola delle formiche e delle cicale, dove se sei parsimonioso va bene, perchรฉ hai risparmiato, sei di successo, la tua casa รจ una casa di proprietร  e va bene – sei “in”.

Nel mondo di oggi, le leve che spingono alcune aziende allo sguardo verso il futuro – e che avremo modo di approfondire in altri articoli – sono composte da domande nascoste che riguardano, per la donna – il concepimento dei figli, per l’uomo lo sviluppo del fatturato negli ultimi anni. ๐—ก๐—ฒ๐˜€๐˜€๐˜‚๐—ป๐—ผ ๐—ฐ๐—ต๐—ถ๐—ฒ๐—ฑ๐—ฒ ๐—ฎ ๐—พ๐˜‚๐—ฒ๐˜€๐˜๐—ถ ๐˜‚๐—ผ๐—บ๐—ถ๐—ป๐—ถ ๐—ฒ ๐—ฎ ๐—พ๐˜‚๐—ฒ๐˜€๐˜๐—ฒ ๐—ฑ๐—ผ๐—ป๐—ป๐—ฒ ๐—ฐ๐—ผ๐˜€๐—ฎ ๐—ฒฬ€ ๐—ถ๐—ป๐˜๐—ฒ๐—ฟ๐—ฐ๐—ผ๐—ฟ๐˜€๐—ผ ๐—ป๐—ฒ๐—ด๐—น๐—ถ ๐—ฎ๐—ป๐—ป๐—ถ, ๐—บ๐—ฒ๐—ป๐˜๐—ฟ๐—ฒ ๐—น๐—ฎ๐˜ƒ๐—ผ๐—ฟ๐—ฎ๐˜ƒ๐—ฎ๐—ป๐—ผ, nessuno prende queste informazioni per fare di queste informazioni un valore aggiunto e intrapersonale. Svolgere una professione in un terreno non terremotato, ovvero quando ogni cosa attorno a noi รจ facile, sicura, ovvia e scontata, รจ cosa ben diversa dallo svolgere una professione in un terreno franato, ricco di difficoltร  di vario tipo.

Durante i colloqui di selezione, le persone si trovano di fronte a giovani apprendisti e compilano test dove viene loro chiesto di elencare le ultime esperienze lavorative, scrivendo a larghi titoli parole inglesi che riguardano “i concept“, la “job description“, “la mission“, “la vision“. Cinquantenni vengono valutati e giudicati da un “team” esperto di personale giovanissimo ed acerbo, uscito spesso da selezioni universitarie a cui questo personale รจ potuto accedere non grazie a uno sviluppo personale, ma grazie al mondo che lo circonda.

La cosa, รจ paradossale.

Ci chiediamo come un giovane ventenne, assunto con un contratto di tirocinio, possa mai avere le competenze e ๐—น๐—ฎ ๐˜€๐˜๐—ผ๐—ฟ๐—ถ๐—ฎ per selezionare un professionista preparato, giudizievole e assennato.

Inoltre, di fronte a tutta questa richiesta di collegarci a Google per tradurre parola per parola ciรฒ che il mercato di oggi, al passo con la mondovisione, richiede, noi pensiamo a cosa vorremmo sentire “di nuovo” da questo mercato.

๐——๐—ผ๐—บ๐—ฎ๐—ป๐—ฑ๐—ฒ ๐—บ๐—ฒ๐—ด๐—น๐—ถ๐—ผ ๐—ฝ๐—ผ๐˜€๐˜๐—ฒ ๐—ฒ ๐—บ๐—ฒ๐—ด๐—น๐—ถ๐—ผ ๐˜€๐˜๐˜‚๐—ฑ๐—ถ๐—ฎ๐˜๐—ฒ su chi siamo, su ciรฒ che รจ il nostro reale bagaglio, sulle nostre origini, su quella che รจ la nostra vita – se ben formulate dai nuovi HR – servirebbero a comprendere meglio chi abbiamo davanti e a fare, semplicemente, il meglio per le aziende e per la persona che si presenta a queste aziende.

Spesso, invece, durante i colloqui รจ richiesta compiacenza e scontatezza di risposte.

Spesso, i test forniti da societร  intente a marketizzare le loro risorse umane, non vedono in realtร  queste risorse come umane, bensรฌ come “carne utile” – per usare gerghi conosciuti ai piรน. Come se un test potesse parlare davvero di noi.

Poche sono le aziende che rispondo all’invio di curricula, pochissime quelle che lasciano parlare la persona perchรฉ piรน intente a parlare loro, cosa che pregiudica la conoscenza reale di chi abbiamo davanti.

Alcune nostre fonti riportano di promesse al vento durante i colloqui di selezione personale. Parliamo di titolari e professionisti che illudono la persona che hanno di fronte dicendole “il posto รจ tuo, รจ giร  tutto pronto”, per poi negare il lavoro alla richiesta di informazioni, dopo qualche settimana, con motivazioni incollate alla bell’e meglio. Parliamo di aziende che rubano il tempo di alcuni professionisti tenendoli in classi formative a giornate illimitate, slittando il momento della firma contratto o, peggio ancora, negoziando lo stesso contratto di giorno in giorno. Parliamo di aziende che inseriscono annunci lavorativi chiedendo vengano inviate loro relazioni con idee e suggerimenti, invitando cosรฌ il selezionando a dimostrare da un lato il proprio valore e dall’altro rubando quello stesso valore, perchรฉ in realtร  quella richiesta รจ solo un modo per ricavare nuove idee utili all’ azienda a cui mancano idee e soldi per reperirle. “Nella logica del gioco la sola regola รจ essere scaltro”, direbbe Frankie Hi-NRG.

Parliamo di domande ripetitive e, se dobbiamo concentrarci sul genere femminile, quella che abbiamo sentito piรน spesso porre รจ “๐—ฉ๐˜‚๐—ผ๐—น๐—ฒ ๐—ณ๐—ถ๐—ด๐—น๐—ถ?”, in modo a volte diretto a volte velato, preferendo il diretto al velato – almeno sia chiaro di cosa si sta parlando.

Spesso, รจ l’unica domanda che mette davvero in difficoltร .

Perchรฉ una donna che non vuole DAVVERO figli, non รจ creduta quando dice “no” e paga il prezzo delle donne che – per lavorare e avere una famiglia, guidando entrambi i mondi – giungono a raccontare bugie e sotterfugi per ottenere un posto di lavoro e per avere una vita a cui non manca nulla.

Ne abbiamo viste di tutti i colori: donne che dicono di essere single per paura che l’azienda pensi che in caso di cuore occupato la prossima tappa sia quella di concepire un bambino, donne che dicono di essere omosessuali per evitare totalmente l’argomento figli e concepimento, donne che – dopo i trent’anni – non valgono piรน un posto di lavoro adatto alle loro capacitร  e competenze, troppo vicine al confine della maternitร  biologica, confine temuto proprio perchรฉ scoperto finanziariamente, fiscalmente, moralmente e materialmente.

Alcune aziende poi, fortunatamente le piรน “cool”, capiscono che il salto รจ composto dall’adattamento reciproco e dalla negoziazione. Il lavoro fisso prende il volo, al suo posto ci sono contratti a partita iva con richieste nascoste di “essere dipendenti”. Il libero professionista, vero e reale, quello che poteva scegliere perchรฉ professionale giร  di suo non esiste piรน. Esiste l’apriporta, il portaborse, il fantino che viene avvicinato da paroloni inconsistenti, fatti per nutrirlo sulla carta, ma per sgonfiarlo poi nella realtร  dei fatti: un dipendente a tutti gli effetti, nascosto dietro una professione spacciata per libera come “l’avere la partita iva”. Cose, chiaramente, che sono a conoscenza solo di alcune partite ive, non assimilabili nell’insieme delle varie caste che sono davvero autonome.

Come chiudere questo approfondimento?

Noi, abbiamo iniziato a scrivere ieri – ๐Ÿด ๐—บ๐—ฎ๐—ฟ๐˜‡๐—ผ – di tutto questo: la vergogna di Elodie, Sanremo, Pablo Neruda, i lavori che nessuno vuole fare, le coccole sociali, ciรฒ che si nasconde dietro il successo, il mercato del lavoro.

Abbiamo sforato, in quest’articolo, con i tempi. Lo pubblichiamo oggi, 9 marzo.

 

๐—•๐˜‚๐—ผ๐—ป๐—ฎ ๐—ณ๐—ฒ๐˜€๐˜๐—ฎ ๐—ฑ๐—ฒ๐—น๐—น๐—ฎ ๐—ฑ๐—ผ๐—ป๐—ป๐—ฎ.